Corri Samia il mare non t’inghiotte
Maria Adriana Vindigni
Samya Yusuf Omar è una ragazzina di Mogadiscio che ha la corsa nel sangue. Neanche diciassettenne è la portabandiera della Somalia alle Olimpiadi di Pechino 2012. Nella gara di atletica arriva ultima, ma diventa per le donne musulmane un simbolo. Non sarà semplice partecipare alle Olimpiadi di Londra 2016, ma lei, con caparbietà non vuole rinunciare al suo sogno. Lascia la Somalia, martoriata dalla guerra, e con un viaggio lungo 8000 chilometri affronterà la sua odissea. La carretta del mare su cui viaggia Samya farà naufragio sulle coste di Lampedusa e di lei, come di tanti altri, si perdono le tracce.
In questo particolare momento storico l’esodo umano, la migrazione che prende corpo e si materializza attraverso file di uomini e donne che viaggiano lungo le latitudini del globo sottostando anche a brutture e barbarie, è tema nevralgico. Di tale aspetto si è occupata l’Associazione “Amici dell’Educatorio della Provvidenza” che ha collaborato e curato un progetto, patrocinato e sostenuto finanziariamente della Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte.
L’iniziativa dal titolo “Corri Samya il mare non t’inghiotte” a eccezione della rappresentazione teatrale, si è svolta presso la sede dell’Educatorio in corso Trento a Torino.
Lo spunto iniziale che ha dato vita al progetto è stato il libro Non dirmi che hai paura di L. Calozzella. In questo l’autore racconta la storia di Samya Yusuf Omar.
La morte prematura di questa giovane atleta su un fatiscente barcone e la nomina nel 2015 di Torino quale Capitale europea dello Sport sono stati gli elementi cardini che hanno dato vita al progetto.
La proposta si è articolata in due distinte fasi che hanno avuto modalità e obiettivi diversi.
La prima fase, svoltasi nel periodo Aprile-Giugno, prevedeva un ciclo di conferenze di 5 incontri sul tema migratorio e sulla capacità aggregativa dello sport.
I flussi migratori, con attenzione mirata alla dimensione di genere, sono stati esposti avvalendosi dell’Università di Torino e del Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione (FIERI).
Nel primo incontro è stata presentata la natura strutturale del fenomeno. Nel secondo quali erano i percorsi di integrazione lavorativa che coinvolgevano le donne immigrate. Nel terzo quali i rapporti generazionali nelle famiglie immigrate dalla loro diretta viva voce. Nel quarto quali i contatti e le reti di relazioni, che sono stati esposti da formatori di due Centri territoriali cittadini: Mamre e Asai.
L’ultimo incontro, il quinto, ha riguardato la capacità integrativa dello sport attraverso la testimonianza di un velocista campione olimpionico nel 1962 a Roma e di un rappresentante del TOROC, il Comitato Organizzativo delle Olimpiadi Torino 2006.
A completamento di questa prima fase sono stati proposti due eventi:
- a) – la promozione dello spettacolo della Campagna teatrale integrata AssaiAsai dal titolo “Se mi lasci non vale. Affetto dell’Italia agli Italiani” in cui veniva narrato un viaggio migratorio alla rovescia dall’Italia alle sponde dell’Africa.
- b) – la mostra fotografica “Sbarchi” di M. Assenza sui migranti approdati a Pozzallo.
Nel mese di Settembre (passaggio intermedio) con la collaborazione del Centro Universitario Sportivo (CUS) nell’ambito del “Pietro Mennea Day” si è richiamata l’atleta scomparsa e i partecipanti in età scolare, iscrivendosi alla manifestazione, comunicavano la scuola di provenienza.
Nella seconda fase, avvenuta ad Ottobre sono state contattate le 36 scuole di ogni ordine (Elementari, Medie e Superiori) indicate dai 52 studenti che avevano partecipato al “Mennea Day”. A queste è stato inoltrato via e-mail il percorso del progetto, unitamente al bando del concorso narrativo “Raccontando” riguardante quell’anno la migrazione. I premi in palio previsti consistevano nella partecipazione a momenti laboratoriali sulla gestione dei conflitti ed educazione alla pace, condotti dall’Associazione Mamre e dal Centro Sereno Regis.
Considerazioni conclusive.
La valutazione complessiva del progetto può considerarsi più che soddisfacente, il rammarico maggiore è stato quello di non essere riusciti a pubblicizzare in modo sufficientemente adeguato il concorso narrativo. Per mancanza di adesione, infatti, i laboratori non hanno avuto luogo. Il ciclo di conferenze, pur essendo molto stimolante, non ha avuto la presenza di pubblico attesa, che si è attestata complessivamente sul centinaio di partecipanti.
La mostra fotografica, posizionata nella “galleria grande” dell’Educatorio è stata apprezzata e così come il percorso, seguito con interesse. Largo successo ha avuto la rappresentazione teatrale che ha visto la sala di 450 posti pressoché completa.
Vedi articolo sul Quaderno del Volontariato Culturale n. 18, 2018, pubblicato da UNI.VO.C.A.