Torino fu tra le prime città a esplorare la possibilità di istruire bambine e ragazze. Sin dal principio dell’età moderna, infatti, furono inaugurate sul territorio cittadino istituzioni assistenziali ed educative volute da enti filantropici e caritatevoli, interessate specialmente alla loro salute fisica e morale. Dalla fine del Settecento e poi soprattutto nel corso dell’800 si assistette all’apertura di scuole per la popolazione femminile, prima ancora legate all’educazione morale del genere femminile, e quindi incentrate sulla formazione della brava massaia e madre, poi di vere e proprie scuole, in linea con quelle che erano le normative statali.
La storia dell’Educatorio della Provvidenza si inserisce a pieno titolo in questa storia della scuola e dell’assistenza all’infanzia torinesi. Con una peculiarità. Nato nel 1722 con finalità miste, ovvero di educazione e di assistenza per “fanciulle, oneste figlie, abili e povere, perché seco attendessero al lavoro di punto crosato e di punto piccolo”, come recitavano i primi statuti, era di fatto incentrato sul lavoro come strumento di educazione e di riscatto per le sue ospiti.
Fatte le debite proporzioni, è possibile che l’esempio fosse l’Albergo di Virtù, aperto a Torino alla fine del Cinquecento per il ricovero e l’istruzione professionale dei giovani poveri di sesso maschile. Ma a differenza di quello, e più in linea con quanto avvenne in molti degli istituti che si occupavano di ragazze, a un secolo di distanza dalla sua fondazione l’Educatorio già aveva assunto la forma di vera e propria scuola, prima incentrata sui lavori donneschi e poi, nel Novecento, ospitante percorsi di più alto respiro culturale, come il corso magistrale e il liceo classico.
Nel frattempo l’istituto era assurto a punto di riferimento per le classi medie della città, che lo individuavano come la scuola migliore a cui affidare le proprie figlie, alla ricerca di una formazione umana e professionale di sicura affidabilità.
A cura del prof. Paolo Bianchini
Docente di Storia dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Torino